Loro fanno l'amore (e io m'incazzo) by Viola Marina

Loro fanno l'amore (e io m'incazzo) by Viola Marina

autore:Viola, Marina [Viola, Marina]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Sanno già tutto

Dopo aver passato quasi due anni a mettere in discussione molti dei precetti riguardo al sesso imparati da ragazza e in apparenza irremovibili, mi sarebbe piaciuto sapere se fossi riuscita, almeno in parte, a raggiungere il mio scopo, e cioè spiegare a mia figlia che una vita sessuale appagante e sana è importante, e che può essere tale solo se c’è rispetto di sé e di chi ci sta intorno. Mi serviva, insomma, una valutazione.

E come molte altre volte, la conferma che cercavo disperatamente era seduta di fianco a me a tavola, a mangiarsi l’ultima mozzarella di bufala che avevo comprato il giorno prima, pagandola un occhio della testa.

Sofia tutto d’un tratto la vedo grande, molto matura per la sua età. È una giovane donna sensibile, spiritosa e, ultimamente, sempre più affettuosa con me. Sta frequentando con entusiasmo e ottimi risultati il secondo anno di università, dove apprende non solo nozioni, ma soprattutto a camminare con le sue gambe, sempre snelle e dritte, sempre bellissime. Non ama parlare di sé, ma se le faccio delle domande, anche personali, spesso è disposta a rispondermi. Se invece non vuole, mi ricorda che, anche se siamo madre e figlia, alcune cose preferisce che rimangano private.

«Vuoi sapere se sei stata brava a parlare di sesso con me? Vuoi un voto?»

«No, figurati. Cioè, un po’ sì. Cioè, boh. Insomma, vorrei che tu mi dicessi se quello che ti ho spiegato sul sesso ti è servito, se avresti voluto sapere di più, di meno. Insomma, sì, una valutazione…»

Sorride, e come sempre sembra sorridere anche tutto quello che le sta attorno, tranne forse la mozzarella, che ha finito in tre bocconi. Tre dollari a boccone.

«Dai, sì, sei stata brava, mi hai detto tutto quello che mi interessava sapere, mi hai fatto capire che il sesso non è un atto di cui ci si deve vergognare, che bisogna dare la giusta importanza al consenso, che se avessi avuto bisogno sarei potuta venire da te. E tutto quello che avevo sentito da te mi è stato poi confermato a scuola, dalle mie amiche e da internet. Ho apprezzato i tuoi sforzi nello spiegarmi certe cose, anche se in realtà il novantanove per cento di ciò che so l’avrei anche potuto imparare per conto mio: non sono nozioni poi così complesse; ci si arriva anche da soli, volendo.»

«Ah. Quindi avrei anche potuto non dire niente?»

«No! Siete stati sempre bravissimi, a parte quella volta che hai sbroccato col tipo dell’Alabama.»

Ecco che torna quel maledetto episodio, evidentemente era stato significativo anche per lei.

«In che senso?» le chiedo, sperando che cambi discorso.

«Sei stata ambigua. Mi sono sentita tradita. Da un lato, per anni mi avevi preparata al grande momento con molta apertura, dall’altro me lo negavi. Dopo tutti i tuoi discorsi riguardo ai miei rapporti sessuali, la libertà che avevo dato per scontato di avere forse non esisteva.»

Lo sapevo.

Sapevo che il momento del chiarimento finale intorno a quell’episodio sarebbe arrivato. Ero a disagio, e non avevo intenzione di aprire una nuova discussione su un fatto che in fondo si era concluso bene.



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